settimana lavorativa di 4 giorni

SETTIMANA LAVORATIVA DI 4 GIORNI

Diversi studi hanno ipotizzato che ridurre il numero delle giornate lavorative avrebbe un impatto positivo sulla produttività delle persone. Il tema è ovviamente molto dibattuto e si presta a molteplici interpretazioni, in questo articolo vorremmo condividere alcuni spunti di riflessione.

I Paesi pionieri 
Viene chiamata “Four Days Week” la settimana lavorativa di 4 giorni, ed è già in vigore in diversi paesi Europei.
Il via l’ha dato l’Islanda, e a seguire hanno intrapreso questo “esperimento” altri paesi tra cui il Regno Unito, che ha deciso di coinvolgere per sei mesi oltre 70 imprese.

L’obiettivo di questo esperimento, è quello di monitorare i livelli di produttività dei dipendenti, riducendo la settimana lavorativa a quattro giorni.

Quali sono stati i risultati?

L’obiettivo di questo esperimento era quello di verificare che a fronte di una riduzione di giorni lavorati non ci sarebbe stato un calo di produttività e pertanto veniva giustificato il mantenimento del medesimo salario percepito nella situazione standard 5 su 5.

Il primo risultato ottenuto dal campione analizzato è stato positivo: le aziende che propongono la Four Days Week, risultano più competitive rispetto alle altre. In altre parole riescono ad avere i medesimi risultati ottenuti lavorando in modalità standard.

Il morale del team ha subito una variazione positiva: i dipendenti si sono sentiti più coinvolti e motivati, avendo raggiunto un maggior equilibrio tra lavoro e vita privata.

Il limite

L’aspetto che ci sembra discordante rispetto a questo test è il fatto che in un modo nel quale le persone aspirano a modalità di lavoro ibride basate sul raggiungimento di obiettivi piuttosto che sulle ore lavorate si parli ancora di giornate lavorative.

L’adozione ormai sempre più frequente di politiche di smart working sta progressivamente modificando la distribuzione delle attività durante le giornate e la settimana e questo avrà un riflesso anche sulle retribuzioni.

Ragionando sugli obiettivi da raggiungere e non solo sui compiti da svolgere  anche le retribuzioni dovranno adeguarsi: non si parlerà più di full time o part time, ma di componente base o fissa e componente legata agli obiettivi.

Smart working e four days week convivenza possibile?

Una possibile applicazione di questa modalità di esecuzione del lavoro potrebbe essere l’applicazione di essa a quei ruoli le cui mansioni non sono gestibili in modalità smart: si pensi a tutte quelle attività che presuppongono l’utilizzo di sistemi o macchinari che non possono essere spostati.

Inoltre, la convivenza di queste metodologie permetterebbe di mettere tutti i lavoratori nella condizione di dover lavorare sulla base di obiettivi rendendo anche le retribuzioni più allineate all’efficacia dell’attività svolta.

Conclusioni

L’esperimento fatto ha messo in luce i vantaggi in termini di work life balance tuttavia è necessario contestualizzare il tutto.
In Paesi storicamente più resistenti al cambiamento – e in quest’ottica l’ Italia non primeggia – il rischio è quello di una scorretta percezione dell’istituto del four days week. 
Per il dipendente che lo considererebbe un benefit e per l’Azienda che invece lo vivrebbe come una concessione.

Tuttavia è ormai chiaro che la modalità di esecuzione del lavoro si sta evolvendo verso un modello diverso dal passato: si tratta solo di capire quanto tempo ci vorrà per completare l’evoluzione.